A partire da mercoledì, mancano ufficialmente 100 giorni ai Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026. L’evento, che si terrà dal 6 al 22 febbraio, promette di combinare il fascino culturale italiano con scenari spettacolari, sulla scia di quanto visto a Torino 2006. Tuttavia, mentre cresce l’attesa, resta ancora molto lavoro da fare e diverse incognite pesano sull’organizzazione.

Una cerimonia di apertura diffusa e innovativa

Per la prima volta nella storia olimpica, la cerimonia di apertura del 2026 sarà un evento multicentrico. Oltre ai 60.000 spettatori attesi allo stadio San Siro di Milano, la Sfilata delle Nazioni si terrà contemporaneamente in altre tre località: Cortina, Predazzo e Livigno. Questa decisione mira a permettere la partecipazione di tutti gli atleti, data l’ampia dispersione geografica delle sedi di gara tra Lombardia, Veneto e le province autonome di Trento e Alto Adige.

Andrea Varnier, CEO del comitato organizzatore, ha sottolineato che la cerimonia è “il momento che definisce lo spirito dei Giochi”. Ad esempio, gli atleti di biathlon in gara ad Anterselva potranno sfilare nella vicina Cortina, mentre gli sciatori alpini di Bormio si uniranno alla parata di Livigno. Ogni nazione avrà due portabandiera, che potranno apparire in due sedi diverse, mentre l’Italia, come paese ospitante, ne avrà quattro.

Il tema dell’Armonia e l’omaggio ad Armani

Il concetto scelto per la cerimonia di apertura è “Armonia”, pensato per rappresentare la dualità tra le sedi urbane (Milano) e montane (Cortina), ma anche come appello alla pace nelle attuali tensioni globali. Marco Balich, produttore della cerimonia, ha espresso la speranza di “inviare un forte messaggio di pace”.

Durante l’evento, prodotto da Balich (alla sua sedicesima esperienza olimpica), è previsto un tributo speciale al defunto stilista Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre all’età di 91 anni. Armani ha vestito per decenni la squadra nazionale italiana e Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore, ha promesso “un momento di emozione e una standing ovation” per celebrare lo stile italiano che Armani rappresentava.

Anche la fiamma olimpica arderà in due luoghi: l’Arco della Pace a Milano e Piazza Dibona a Cortina. La cerimonia sarà inoltre un palcoscenico importante per lo stadio di San Siro, icona di Milano destinata alla demolizione, che chiuderà così la sua storia ospitando un evento olimpico.

Costi e ritardi: la corsa contro il tempo

Nonostante l’entusiasmo, le preoccupazioni sui tempi di consegna delle infrastrutture rimangono elevate. L’investimento totale per i Giochi ammonta a circa 3,5 miliardi di euro per 98 progetti. Tuttavia, secondo i dati della società infrastrutturale Simico, un progetto su quattro non sarà completato in tempo per l’apertura.

Esempi critici includono la nuova arena per l’hockey su ghiaccio, che dovrebbe essere completata solo a ridosso della cerimonia, costringendo a posticipare l’evento di prova. Anche il trampolino per il salto con gli sci di Cortina, risalente ai Giochi del 1956, sarà pronto per le gare, ma la sua ristrutturazione completa terminerà solo l’estate successiva. Varnier ha ammesso che “il programma è molto serrato”.

La sfida logistica e il piano di sicurezza

L’aspetto più complesso di questi Giochi è la logistica. Le sedi sono distribuite su un’area di oltre 10.000 miglia quadrate (circa 25.900 kmq), richiedendo ore di viaggio tra le diverse località. Sarah Hirshland, CEO del Comitato Olimpico e Paralimpico statunitense, ha avvertito i tifosi di essere “realistici e pazienti”, definendo l’impronta geografica “frammentata”, ma vedendola come un potenziale vantaggio per le squadre meglio preparate.

La sicurezza è stata definita una priorità assoluta dal governo italiano. Sebbene il budget operativo complessivo sia salito a 1,7 miliardi di euro, già nel 2019 erano stati stanziati 415 milioni di euro specifici per la sicurezza. Si prevede la mobilitazione di quasi 11.000 unità tra forze dell’ordine e militari, mentre il Ministero della Difesa garantirà la sicurezza aerea 24 ore su 24.

Qualificazioni e preoccupazioni per la sostenibilità

Mentre la fiaccola olimpica si prepara a partire da Roma a dicembre, molti atleti devono ancora guadagnarsi un posto. Della delegazione statunitense, ad esempio, solo una manciata di atleti si è già qualificata; i giocatori di curling e i pattinatori di velocità affronteranno le prove di qualificazione nei prossimi mesi.

Infine, restano forti dubbi sulla sostenibilità ambientale, nonostante le promesse iniziali. L’ecosistema alpino è sotto pressione a causa di nuovi impianti di risalita, bacini per l’innevamento artificiale e l’aumento del traffico. La critica principale riguarda la costruzione della nuova pista da bob, slittino e skeleton a Cortina. Per farle spazio è stato necessario abbattere alberi vecchi di 500-600 anni, e i futuri costi di gestione e manutenzione graveranno pesantemente sulle casse pubbliche.