Sarebbe troppo facile giocarsela dicendo solamente che gli antirazzisti sono razzisti nei confronti degli italiani o nei confronti degli europei. Ma ora che Agcom ha impostato il suo decalogo antirazzista per i conduttori tv -che io definisco “Bavaglio”- è necessaria una riflessione da parte di tutti.
Ad esempio, quando una parola è considerata di odio? Nelle nuove linee guida ci sono addirittura gli applausi e i fischi, le immagini e le scritte in sovrimpressione… e tutto questo dovrebbe proteggerci dagli hater televisivi. Ma chi ci salva da quelli della carta stampata?
Non è forse una forma d’odio da parte di quelli che dicono che “c’è troppo razzismo in giro”? Oppure non è forse una forma d’odio “celare l’informazione di una immigrazione allora incontrollata e una insicurezza sottovalutata chiudendo il programma tv Virus su Rai 2, nonostante un buon audience”? E ancora, non è forse una forma d’odio da parte di quelli che “accusano di razzismo chi esprime le proprie idee senza odio alcuno”?
Dire che gli italiani meritano più sicurezza e più controllo del proprio Paese, è forse una forma d’odio? Personalmente, non credo proprio… probabilmente è solo preoccupazione.
D’altronde non è colpa di nessuno nemmeno in Rai, si sa che se lavori per la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo italiano potresti essere sottoposto a cambiamenti in base ai venti della politica.